martedì 23 ottobre 2007

MATILDA e ASTRID


Non ricordo quanto tempo sia trascorso da quel magico evento, credo anni, forse secoli, comunque troppi per ricordare con esattezza quanti, ma…

Una notte, la più affascinante ed incantevole tra le notti, il Mare, innamorato da sempre della candida Luna che in esso si specchiava imponente, decise di farla sua rendendola gravida.
Da quella fusione, fatta di luce e profondità, di magia e mistero, di calda passione e gelidi abissi, nacque una fanciulla dalla pelle bianca come colei che l’aveva generata, dai capelli color grano e gli occhi- mare quando inquieto s’ingrossa e sugli scogli violento s’infrange. Fu chiamata: Matilda.
In breve ella apprese l’arte della parola, le tecniche raffinate della seduzione , a temere ed amare le forze occulte che governano il cielo e la terra scoprendo i segreti che ogni divina creatura nasconde. Ed in fine le fu insegnato a danzare rivestita solo di nere e trasparenti vesti al suono di dolci melodie per la Luna sua madre.
Divenne Strega e seguì così il suo Destino.
Astrid, un gatto
con il mantello più scuro della nera notte, era il suo unico compagno, amico e confidente.
Lui la seguiva ovunque, l’avvertiva degli insidiosi pericoli, era il suo angelo maledetto, i suoi occhi nel buio delle tenebre, il suo allievo quando recitava formule magiche e preparava filtri d’amore.
La osservava, spiava ed amava segretamente.
Inseparabile e fedele si logorava dalla gelosia quando la vedeva giacere con gli uomini che lei sceglieva per soddisfare i suoi desideri carnali.
Dolorose ed infinite erano per lui le ore che lei trascorreva unendo la sua anima ad umani corpi.
Lui era sempre lì, attento e vigile,e lei lo sapeva. A volte, Matilda, godeva nel posare lo sguardo su di lui mentre si saziava di carne e piacere.
Leggeva attraverso i suoi felini occhi che per qualche inspiegabile ragione, Astrid soffriva.
Ma lei cercava Amore, la sua anima inquieta lo cercava in ogni luogo o persona che incontrasse. Sembrava essere quasi la sua unica ragione di vita, ma nessuno tra i tanti corpi sedotti, indossava quel volto.
E fu così, che una notte, la più tetra e triste tra le notti, degli uomini vennero a portarla via dalla sua casa per ordine della Gelosia - Donna feroce che divora a morsi le menti di coloro che la ospitano -.
Doveva bruciare, come tutte le streghe che si rispettino.
La sua carnefice, non sopportava l’idea che la giovane strega le avesse rubato il cuore di colui che amava, soggiogandolo.
Fu condotta nel punto più alto della città e legata ad un palo affinché tutti potessero assistere.
Da lassù, Matilda, poteva scorgere tra le lacrime, sua madre e suo padre rivolti verso lei per l’ultimo saluto in grida di dolore.
La Luna, si nascose dietro la Terra chiedendole conforto per non assistere a quell’orrore. Il Mare si gonfiò come mai prima di allora ostentando tutta la sua implacabile ira.
Lui, il suo gatto, l’accompagnò per tutto il tempo in silenziosa processione e come sempre si mise al suo fianco quasi per darle la mano, per farla morire in pace.
Le rosse fiamme iniziarono ad avvolgere con impeto il corpo della strega che ora bruciava della stessa passione che per tutta la vita aveva inseguito.
Ma proprio mentre il fuoco stava per giungere al suo volto, fissò per un’ ultima volta il suo compagno che per magia, nascosto dall’ombra della notte, in un istante si mostrò a lei sotto umane sembianze lasciandole ammirare il suo viso di forte ed affascinante giovane, ricoperto di pianto.
E proprio in quel breve-lungo istante ella riconobbe l’immagine che dalla nascita aveva sognato ed incastonato nella mente. Amore era sempre stato con lei e la sua ricerca- per ironia della Sorte- terminò nella Morte.

Prima di chiudere per sempre i suoi occhi, però, giurò che se non in questa, in un’altra vita l’avrebbe ritrovato dovunque fosse stato.
Avrebbe incessantemente continuato la ricerca di quel volto il cui ricordo avrebbe accompagnato il suo spirito da allora e per l’eternità.

SARA ( Ottobre 2004 )

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