venerdì 7 settembre 2007

IO, SEGUENDO PESSOA ...

"Sono quasi convinto di non essere sveglio. Non so se non sogno quando sono vivo, se non vivo quando sogno, o se il sogno e la vita formano in me un ibrido, un'intersezione dalla quale il mio essere cosciente prende fisionomia per interpenetrazione. - Credo piuttosto d’essere il sonnambulo delle mie ore diurne, e non so se sento di più la mancanza dei sogni durante la notte o mi allietano maggiormente quelli fatti a palpebre socchiuse. Ci vorrebbero sempre un po’ di stelle appuntate sull’orizzonte rossastro del primo abbaglio di sole. Un punto lontano dove coricarsi l’anima.
- Spesso barcollo per i foschi cammini dell'insania, occhi vaghi di schianto per l'orrore che realtà ci sia e ci sia essere, ci sia il fatto della realtà. – E la realtà mi schiaccia come un cielo a cappa di nuvole che toglie respiro al mondo. Eppure la verità sta nelle cose che si vedono, si toccano, si sentono. Ci sarà, tuttavia, un senso vero di ciò che esiste dentro me che cancelli le certezze di tutto ciò che è fuori? Un senso individuale della vita che dia senso a tutta la mia vita intorno? La favola che vince sul reale.
Porto tanto di quel peso vuoto in me che ho trovato “persone” a cui affidare questa indefinita identità . - Mi sono moltiplicato per sentire, per sentirmi, ho dovuto sentire tutto, sono straripato, non ho fatto altro che traboccarmi, – e sono stato la notte dove smarrire la rotta del mio peregrinare, e sono stato principio e mai meta di me stesso. Sono l’IO di tutti che un dio vigile spia da una fessura aperta nel firmamento indicandolo senza un nome. -
E' così difficile descrivere ciò che si sente quando si sente che si esiste veramente, e che l'anima è un'entità reale, che non so quali sono le parole umane con cui si possa definirlo – Sono caduto nella malattia dello scrivere illudendomi che la parola fosse lo specchio, il traduttore e la voce della mia anima parlante nel mutismo dell’incomprensione. Ma non so ancora se mi sono salvato.
L’unica giustizia che riconosco è nel sogno di non essere sveglio, perché sono quasi convinto di non essere sveglio, sono quasi convinto che: non sono niente, non sarò mai niente, non posso volere d’esser niente, ma a parte questo ho in me tutti i sogni del mondo."

SARA

* le frasi in corsivo sono di Pessoa.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma tu sei un fenomeno!!!!! hai mai pubblicato cose tue? mary

Sara Scialdoni ha detto...

No, una composizione di sole mie poesie mai. Ci sto pensando seriamente da un pò di tempo, ma ancora non ho deciso. Grazie del tuo intervento.
Ciao
Sara