sabato 25 agosto 2007

SEGNI PARTICOLARI: PESSOA


"HO SEMPRE RIFIUTATO DI ESSERE COMPRESO, ESSERE COMPRESO SIGNIFICA PROSTITUIRSI. PREFERISCO ESSERE PRESO SERIAMENTE PER QUELLO CHE NON SONO. IGNORATO UMANAMENTE CON DECENZA E NATURALEZZA".


Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente che arriva a fingere

che è dolore il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,nel dolore letto sentono proprio

non i due che egli ha provato, ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo gira, illudendo la ragione,

questo trenino a molla che si chiama cuore.



"Sono un uomo ferito. E me ne vorrei andare. E finalmente giungere, Pietà, dove si ascolta L'uomo che è solo con sé.
Io, non so chi sono. Io non so che anima ho. Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste. Sono fedi che non ho. Mi prendono ansie che ripudio. La mia perpetua attenzione su di me mi indica tradimenti d'anima di un carattere che forse non ho, e neppure essa crede che io abbia. Mi sento multiplo. Sono come una stanza dagli innumerevoli specchi che distorcono in riflessi falsi un'unica interiore realtà che non è nessuno ed è in tutti. Io mi sento vivere vite altrui, in me, incompletamente come se il mio essere partecipasse di tutti gli uomini. E mi sento esiliato in mezzo agli uomini. Ma per essi sto in pena. Non sarei degno di tornare in me? C'è fra me e il mondo, una nebbia che mi impedisce di vedere le cose come sono veramente - come sono per gli altri. Lo sento.Ho popolato di nomi il silenzio. Ho fatto a pezzi cuore e mente Per cadere in servitù di parole? Non ho che superbia e bontà. Resterò l'Inferno di essere Io. Non sarò ne Dio, ne uomo, ne mondo, puro vuoto, infinito di Nulla cosciente, paura senza nome, bandito dallo stesso mistero, dalla stessa Vita. Abiterò eternamente il deserto morto di me, errore astratto della creazione che mi ha lasciato indietro. Arderà in me eternamente, inutilmente, l'ansia del ritorno a essere. Regno sopra fantasmi. O foglie secche, Anima portata qua e là...No, odio il vento e la sua voce Di bestia immemorabile. Non potrò sentire perché non avrò materia con cui sentire, non potrò respirare allegria, o odio, o orrore, perché non ho nemmeno la facoltà con cui sentire, coscienza astratta nell'inferno del non contenere niente, assoluto, eterno! Senza Universo. Vuoto di Dio... "

"Un giorno in cui avevo definitivamente rinunciato — era l'8 marzo 1914 — mi sono avvicinato da un alto comò e, prendendo un foglio di carta, mi sono messo a scrivere, all'impiedi, come faccio ogni volta che posso. E ho scritto circa trenta poesie di seguito, in una specie di estasi di cui non riesco a capire il senso. Fu il giorno trionfale della mia vita e non potrò mai averne un altro come quello. Cominciai con un titolo: O Guardador de Rebanhos (Il Guardiano di greggi). E quello che seguì fu la nascita in me di qualcuno a cui diedi subito il nome di Alberto Caeiro. Scusate l'assurdità di questa frase: il mio maestro era sorto in me".

Sono un guardiano di greggi.
Il gregge è i miei pensieri.
E i miei pensieri sono tutti sensazioni.
Penso con gli occhi e con gli orecchi
e con le mani e i piedie con il naso e la bocca.
Pensare un fiore è vederlo e odorarlo
e mangiare un frutto è saperne il senso.
Perciò quando in un giorno di calura
sento la tristezza di goderlo tanto,
e mi corico tra l'erba
chiudendo gli occhi accaldati,
sento tutto il mio corpo immerso nella realtà,
so la verità e sono felice.
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"Dicono che fingo o mento quanto io scrivo. No: semplicemente sento con l’immaginazione, non uso il sentimento. Quanto traverso o sogno, quanto finisce o manco è come una terrazza che dà su un’altra cosa. É questa cosa che è bella. Così, scrivo in mezzo a quanto vicino non è: libero dal mio laccio, sincero di quel che non è.
Sentire? Senta chi legge".
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E’ l’amore che è l’essenziale,
il sesso è solo un accidente.
Può essere uguale o differente.
L’uomo non è un animale,
è una carne intelligente
anche se a volte, malata.


Voglio, avrò —
se non qui,
in altro luogo
che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.



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La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi esistere come io esisto. La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna. Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
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"Il poeta non ha biografia: la sua opera è la sua biografia.
Se dopo la mia morte volessero scrivere la mia biografia, non c'è niente di più semplice.Ci sono solo due date – quella della mia nascita e quella della mia morte.Tutti i giorni fra l’una e l’altra sono miei".


FERNANDO António Nogueira PESSOA
13/06/1888 - 30/11/1935.



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