
"Ci sono notti che il pensiero non basta e cerca “parola” a definirgli i tratti. Ci sono notti che il pensiero è immaginazione pura e l’immaginazione è la misura del mio pensiero che vuole morire nella verginità di fogli per caso.Pa-ro-le, datemi parole: fluttuanti, vacue, indicibili, sporche, graffianti… pa-ro-le. Il senso del non senso dei pensieri è il parlare; è lo scrivere che è testimonianza.Questa notte mi percepisco attraverso quel che scrivo, ed io scrivo anche quando non ci sarebbe nulla da dire. La noia che mi appartiene è un vuoto stagnante nell’essere e lo assorbe come una spugna sotto il freddo scorrere della solitudine. Così io mi servo di pa-ro-le. Sul mio letto di niente, accanto ad una finestra dischiusa su strade vestite d’impressioni notturne, sotto la luna in veglia all’affrettarsi di passanti, mi privo per sempre di emozioni di carta.Sono il giocoliere nel circo dei miei pensieri, sono il traduttore vivente tra me e qualcosa che mi sfugge, superiore alla materia, un qualcosa che talvolta si posa sulla mia testa come un cappello antico e mi rende distinta.Pa-ro-le. Somigliano a biglie che ruzzolano in diagonale, verticale, orizzontale, seguendo la traccia di una mano che opera per sottile ingegno di un’idea.In queste notti, le notti sono amanti accoccolate sul ciglio della mia anima che sorseggia gocce d’infinito in ascensione di galassie invisibili, e sulla superficie del cuore galleggiano ancora le speranze non fatte carne, come gabbiani feriti, incapaci dell’arroganza di un volo."
Nessun commento:
Posta un commento