venerdì 28 marzo 2008

QUESTO CALENDARIO CONTA UN MESE DI TROPPO


Dico che forse
questo calendario conta
un mese di troppo
- sotto la vertigine
del mio male - .
E tanto è uguale
– davvero uguale -
se mi sputi addosso
un altro condizionale
a recuperare distanze adesso.
Ché non lo raccolgo più.
Me lo ingoio
fino alla chiusa
del mio alfabeto muto.
E si rivolta il cuore:
- equilibrista
sul laccio emostatico dell’assenza.
Che non cade mai - .
Dovrei dire
che questo mese di troppo
viene incontro a sera
in chiave di sol .
E si rifugia l’anima – così -
in una stagione senza titolo
a farsene niente di ieri.
E pure di te.
Se ancora mi esisti.
Nel fuoritempo dispari
che adesca la vista
e mi lascia imprecisa di dita.
Come fanno i bambini
quando contano poco.

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