E si dice sempre che
domani è un altro poi.
Ci credereste?
Io i miei pensieri
ce li ho che vanno avanti
a fisarmonica.
Prima stretti, poi slegati.
E poi silenzi gonfi d’aria.
Quelli che dentro il tempo
ci cova le sue larve d’ozio.
Ché magari quando non è così
mi ritrovo col gomito
che svolta su un foglio bianco
a schizzi del mio non so che dire.
Come lo voglio.
Vi dico che un giorno
conoscevo Alice e
il suo viso di gesso.
Il suo passo al trotto dietro
un coniglio tutto bianco.
Fuori orario.
E non c’erano sorrisi che si sciupassero
girando i pollici nel vuoto.
Ci credeva, lei, che da una fiaba
ne entri ed esci quando vuoi,
e che domani è sempre un altro poi.
E poi. E poi l’ho persa.
Chissà quando. Chissà dove.
Negli anni che t’ingialliscono
la vita di ventiquattro in ventiquattro.
E poi…Ci credereste?
Vi dico che solo oggi ho ritrovato Alice.
Inseguita da un coniglio bianco.
Fuori orario.
Col suo passo stanco a cercare invano.
Lontana da un paese strano.
Senza più incanto nè meraviglie.
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